Obiettivo. Riassumere e valutare in maniera critica gli effetti del Tai Chi sulla propriocezione degli arti inferiori negli adulti al di sopra dei 55 anni. Fonti dei dati. Sono stati consultati sette banche dati (Scopus, PubMed, Web of Science, SPORTDiscus, Cochrane Library, Wanfang e CNKI) dall’inizio fino al 14 aprile 2018. Selezione degli studi. Sono stati inclusi 11 trial controllati randomizzati per la metanalisi.
Estrapolazione dei dati. Due revisori indipendenti hanno visionato studi potenzialmente rilevanti sulla base dei criteri di inclusione, hanno estrapolato i dati e valutato la qualità metodologica degli studi elegibili utilizzando il Physiotherapy Evidence Database (PEDro).
Sintesi dei dati. E’ stata calcolata la dimensione dell’effetto aggregato (forza della relazione tra due variabili) mentre è stato selezionato il modello degli effetti casuali. I punteggi di PEDro sono variati tra i 5 e gli 8 punti (media = 6,7).
I risultati degli studi hanno mostrato che il Tai Chi ha avuto effetti significativamente positivi sulla propriocezione delle articolazioni degli arti inferiori. Le dimensioni degli effetti hanno mostrato essere da moderati ad ampi, includendo la flessione plantare di caviglia flexion (SMD = -0.55, 95% CI -0.9 to -0.2, p = 0.002, I2 = 0%, N = 162), dorsiflessione (SMD = -0.75, 95% CI -1.11 to -0.39, p < 0.001, I2 =0%, N = 162), flessione di ginocchio non dominante/sinistro (SMD = -0.71, 95% CI -1.10 to - 0.41, p< 0.001, I2 = 25.1%, N = 266), flessione di ginocchio dominante/destro (SMD = -0.82, 95% CI -1.06 to - 0.58, p < 0.001, I2 = 33.8%, N = 464).
Conclusioni. Esistono prove da moderate a forti che suggeriscono che il Tai Chi sia un intervento efficace per il mantenimento e il miglioramento della propriocezione negli adulti al di sopra dei 55 anni. C’è bisogno di studi più solidi, multicentrici che includano partecipanti anziani di età più elevata, con follow-up più lunghi e misure di outcome validate prima di trarre conclusioni definitive.
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