lunedì 19 dicembre 2016

Connettività funzionale interemisferica nell' anoressia e nella bulimia nervosa



Antonietta Canna, Anna Prinster, Alessio Maria Monteleone, Elena Cantone, Palmiero Monteleone, Umberto Volpe, Mario Maj, Francesco Di Salle, Fabrizio Esposito


L'interazione funzionale tra gli emisferi è fondamentale per il controllo del comportamento, cognitivo ed emotivo. L'anoressia nervosa (AN) e la bulimia nervosa (BN) sono state ampiamente studiati con esami di imaging -risonanza magnetica (MRI)- in relazione ai meccanismi funzionali di elaborazione di alto livello, ma non in termini di eventuali anomalie funzionali di connettività inter-emisferici.

Utilizzando  risonanza magnetica (fMRI)dello stato funzionale a riposo, la connettività voxel-mirroring omotopi (VMHC) e la coerenza spettrale inter-emisferica regionale (IHSC) sono state studiate in 15 pazienti AN, 13 pazienti BN e 16 controlli sani (HC). Utilizzando T1  scansioni di immagini di risonanza magnetica pesate e il tensore di diffusione, i valori regionali VMHC sono stati correlati con l'asimmetria sinistra-destra dei corrispondenti omotopi volumi di materia grigia e l'anisotropia frazionaria (FA) della materia bianca del corpo calloso.

Rispetto al gruppo HC, i pz AN esibivano ridotti VMHC nel cervelletto, insula, e precuneus, mentre i pazienti BN hanno evidenziato una ridotta VMHC nelle cortecce prefrontali e orbitofrontali dorso-laterale. L'analisi regionale IHSC ha evidenziato che la connettività funzionale intra-emisferica è stata maggiore nel gruppo 'lento-5' in tutte le regioni tranne l'insula. Non ci sono differenze tra i gruppi di asimmetrie strutturali destra-sinistra e nelle correlazioni di anisotropia frazionaria VMHC vs. callosal sono stati significativi nei confronti tra coorti.

Queste anomalie, non spiegate da cambiamenti strutturali, indicano che AN e BN, almeno nella loro fase acuta, sono associati a una perdita di connettività inter-emisferica nelle regioni implicate nel controllo autoreferenziale, cognitivo e nell'elaborazione della ricompensa. Questi risultati possono quindi raccogliere nuovi marcatori funzionali per esplorare le caratteristiche aberranti di questi disturbi alimentari.

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